Amici dello Scrambler | Club Ufficiale Ducati di Moto Storiche
CLUB UFFICIALE DUCATI di MOTO STORICHE      
Amici dello Scrambler | Club Ufficiale Ducati di Moto Storiche
SCRAMBLER TOUR 2003 MAROCCO
    8 -23 marzo 2003
    Testi di: Ombretta Paola Tagliaferri
Sognavamo già da tempo il Marocco quale meta per organizzare un tour con gli scrambler. Sembra un progetto un pò audace per delle "signore fine anni sessanta" ma, quando lo annunciano agli "Amici dello Scrambler" l'entusiasmo è alle stelle. Si và !

Così organizziamo lo Scrambler Tour 2003: destinazione MAROCCO

Carichiamo le moto e il necessario all’assistenza su due furgoni e Maurizio e Lauro partono alla volta di Seté dove si imbarcheranno sul traghetto per Tangeri. Una volta giunti a destinazione aspetteranno il ns. arrivo, in aereo, preparando moto ed un unico furgone che ci seguirà durante il viaggio trasportando anche i ns. bagagli.

8 marzo – Roma - Casablanca

Purtroppo l’aereo parte con 3 ore di ritardo che alla fine diventano 4. Siamo felici di ricongiungerci con Maurizio e Lauro e di trovare le nostre moto pronte e scintillanti allineate fuori dall’aeroporto. Purtroppo per il ritardo si salta la prima tappa!

Fa niente…..recupereremo poi!

Casablanca – El Jadida km. 130

Casablanca ha tutte le caratteristiche di una vistosa metropoli occidentale con un accenno di quel languore decadente che caratterizza le città dell’Europa meridionale cui somiglia così tanto. Ci troviamo subito nel traffico caotico e, oltretutto, la segnaletica in disordine ci mette in difficoltà. Lasciamo la città alla volta di El Jadida dove ci fermiamo per la notte. Siamo stanchissimi!!

9 marzo El Jadida – Safi – Essauira – Agadir km. 452

Partiamo tonici e pieni di entusiasmo.

E’ una bellissima giornata di sole, costeggiamo grandi coltivazioni di ortaggi e, nei dintorni di Safi, incontriamo il primo coloratissimo souk (mercato) marocchino. Ad Essauira facciamo sosta per il pranzo. La città ha una magnifica spiaggia che si estende per chilometri e, sulla spiaggia vediamo diversi cammellieri a caccia di turisti con i loro dromedari bardati a vivaci colori. Ci intratteniamo piacevolmente seduti al sole di fronte al mare, poi ripartiamo alla volta di Agadir. La strada è buona, si snoda lungo una costa che va intervallando formazioni rocciose a belle insenature con spiagge di sabbia. Assistiamo ad un tramonto da cartolina, peccato il fortissimo vento che intralcia il ns. procedere. La città di Agadir ci appare dopo una serie di curve. La osserviamo dall’alto brillare nel buio della sera e vediamo subito quanto è cambiata in questi anni. E’ grande, moderna, ordinata, illuminatissima!

10 marzo – Agadir – Tiznit – Sidi Ifni km. 188

Al mattino controlliamo le moto, e utilizziamo la testa che abbiamo di scorta per sostituirne una alla quale si è rovinato il filetto della candela, poi si parte. Dopo Inezgane, finisce il traffico e il percorso diventa piacevole. Proseguiamo fino a raggiungere l’arido angolo della Valle del Souss, all’estremità della catena dell’Alto Atlante, dove sorge Tiznit cinta da 6 km. di rosse mura di fango. Anche questa città ha perso per noi molto del fascino che ricordavamo acquistando una notevole modernità. Ci fermiamo brevemente a Tiznit e proseguiamo sulla strada costiera. Facciamo una sosta su di un promontorio dove, il panorama mozza veramente il fiato. Cielo e mare si fondono in un unico azzurro. L’oceano Atlantico ci affascina con i suoi colori, con la potenza delle sue onde dal rumore assordante. Proseguiamo, le strade sono belle, il traffico quasi inesistente, si procede speditamente fino a Sidi Ifni, la città che, fu per un breve periodo, l’avamposto delle ambizioni imperiali degli spagnoli. Il lungomare decorato con una balaustra sta crollando, le strade sono semideserte, ma nonostante ciò l’atmosfera sonnolenta di questa cittadina ci affascina con la sua tranquillità, la gente è gentile e ospitale.

Essendo arrivati presto possiamo goderci un rilassante pomeriggio di sole e, c’è chi passeggia sulla spiaggia, chi si dedica con impegno alla tintarella in terrazza, chi sperimenta l’hammam. Assistiamo ad un tramonto spettacolare che tinge il cielo delle più incredibili sfumature di rosso e di arancio e, col calar del sole la foschia dell’Atlantico avvolge ogni cosa.

11 marzo – Sidi Ifni – Tafrout – Irhem km. 292

Al mattino ci svegliamo con la nebbia. E’ talmente fitta che pare di essere in Val Padana più che alle porte del deserto e, accompagna la nebbia un freddo pungente ed inaspettato. Una bella sorpresa che, però, non demoralizza nessuno. Ben coperti si parte e, subito, appena ci allontaniamo dal mare la foschia sparisce per lasciare il posto ad un caldo sole. Prima di arrivare a Tafrout il paesaggio ci incanta. Ci troviamo in un bacino circondato da aspre rocce di colore rosa dorato e da dirupi. I villaggi abbarbicati sulle rocce rosate con le case dipinte dello stesso colore e di bianco sembrano pitturati da un illustratore di libri di fiabe.

Sarebbe bello avere più tempo per visitare questa zona con tranquillità addentrandosi lungo la valle di Ameln su percorsi secondari visitando i villaggi berberi, ma la tappa è lunga e….bisogna procedere. A Tafrout ci fermiamo all’ora di pranzo e consumiamo la tradizionale brochette (spiedino di carne cotto alla brace e poi sfilato dentro ad un panino accompagnato da piccanti verdure) gustosissima!!!!! Proseguiamo. La strada montagnosa è bella, piuttosto impegnativa e lenta, priva di traffico, dobbiamo arrivare ad Irhem prima che faccia buio. Ci siamo informati su dove pernottare, ci hanno detto che troveremo un albergo di medio livello . E’ sconsigliabile girare in moto di notte sia per la guida troppo “disinvolta” degli autisti marocchini sia perché capita spesso di vedere auto o camion senza luci o stop funzionanti, quindi ci affrettiamo. Arriviamo ad Irhem, e constatiamo che i parametri per aggiudicare stelle agli alberghi non sono proprio uguali tra noi europei e i marocchini.

Dobbiamo veramente adattarci! In compenso ci servono un’ottima cena e trascorriamo allegramente la serata a giocare a bigliardo con i ragazzi del paese. Qui siamo lontani dalle solite rotte turistiche e di stranieri ne capitano pochi, noi, un gruppo numeroso tutti…abbigliati uguale, siamo evidentemente un’attrazione.

12 marzo – Irhem – Taroudant – Marrakech km. 306

Dopo colazione facciamo un giro e il paesino si mostra ai nostri occhi in tutta la sua autenticità. Un’armonia senza contrasti, dove i colori più diversi si completano, si scindono. Le case, i negozi, le bancarelle del mercato, le donne coperte con l’ hijab (velo) di colore azzurro intenso, gli uomini vestiti con i tradizionali jellaba (tunica) che caricano le merci sugli asini. La gente ci guarda con curiosità, ma ci tratta con discrezione, solo qualche gruppetto di bambini dopo un po’ prende coraggio e ci avvicina, ma senza chiedere le solite penne o qualche dirham. Ne siamo felici, abbiamo ritrovato un angolo del Marocco che ricordavamo: dove i colori dipingono la vita.

Siamo pronti, tutti in sella ci inerpichiamo sull’ Alto Atlante. Si parte alla volta di Marrakech seguendo un percorso secondario che si snoda tortuoso e sale rapidamente al passo di 2092 mt. di quota: Tizi n’Test. La strada è strettissima, in certi punti incrociare i rari veicoli sembra un problema. A volte l’asfalto è coperto di sassolini, in alcuni tratti è sterrato, gli strapiombi incombono e di protezione nemmeno l’ombra. La guida delle moto richiede molta attenzione, ma il percorso: è affascinante!!! Il panorama mozza il fiato. Vi sono rocce dai colori incredibili, in altri tratti la montagna sembra deserta e poi improvvisamente appaiono piccoli villaggi aggrappati alla roccia le cui case, costruite con paglia e fango, sono circondate da macchie di verde: minuscole coltivazioni e qualche sparuto albero. Oggi probabilmente abbiamo percorso una delle tappe più belle del nostro itinerario ed i nostri scrambler hanno “cantato” sulle montagne dell’Alto Atlante.
Arriviamo a Marrakech. Distesa nella limpida luce africana del sud marocchino la città ha un’atmosfera completamente diversa dalle altre città del paese; resta inconfondibilmente più africana. Trascorriamo la serata in un elegante locale del centro, ovviamente per turisti, ma il posto è bello e la cena che ci servono, squisita, e noi siamo felicissimi.

13 marzo – Marrakech – Ouarzazate km. 210

A Marrakech approfittiamo di un’officina piuttosto attrezzata per far riparare la testa sostituita ad Agadir.

Partiamo e la strada inizia a salire verso il villaggio di Taddart attraversando boschi di querce, noci e oleandri.

Ci si inerpica velocemente e il paesaggio perde il suo manto verde.

Saliamo verso il passo Tizi n’Tichka ancora più alto di quello di ieri e, sulle montagne intorno vediamo …la neve e incontriamo ….. il freddo!!!! Superato il passo si apre un panorama davvero splendido: il paesaggio lunare dell’Anti-Atlante e più oltre il deserto.

Circa 30 km. prima di arrivare a Ouarzazate deviamo per la kasbah di Ait Benhaddou una delle più esotiche e meglio conservate di tutta la regione dell’Atlante; anche grazie alle ingenti somme spese per trasformarla nel set di oltre 20 film tra cui: Lawrence d’Arabia, Gesù di Nazaret, Il tè nel deserto, Il Gladiatore.

Il sole sta per tramontare, la luce prende il sopravvento e tinge il paesaggio di colori indescrivibili. Dobbiamo raggiungere Ouarzazate, torneremo in seguito a visitare questo luogo magico.

Arriviamo in una città che non riconosciamo. Ouarzazate con l’avvento dell’ industria cinematografica e cresciuta tantissimo. Ci sistemiamo in albergo, qui non c’è che l’imbarazzo della scelta.

14 marzo – Ouarzazate – Zagora km. 232 + Zagora – M’Hamid – Zagora km. 192

Si parte da Ouarzazate verso Zagora percorrendo la magica Valle del Dràa un lungo nastro in tecnicolor di deserto, palmeti, kasbah e villaggi berberi. Sostiamo ad Agdz e, non abbiamo ancora spento i motori che veniamo attorniati da una frotta infinita di bambini che ci assillano con le loro richieste, è quasi difficile districarsi, ma dopo qualche attimo perdono la loro aggressività, scherzano e posano simpaticamente per noi. Più difficile è liberarsi dai commercianti della cittadina in cerca di turisti da spennare, sono parecchio insistenti. Facciamo un giro per la città, visitiamo il variopinto mercato e sostiamo in un affollato bar frequentato dalla gente del luogo per bere il tradizionale tè alla menta. Riprendendo la strada per Zagora, attraversiamo la zona più florida della vallata, coi fertili palmeti irrigati dal fiume Dràa dove crescono palme da dattero, ulivi mandorli e limoni, ed incontriamo le donne che camminano sul margine della strada con passo elegante, le merci sul capo, indossando l’ hijab nero bordato di rosso, di ocra, di turchese, di verde o d’oro e d’argento. Nel primo pomeriggio arriviamo a Zagora e scendiamo in un accogliente albergo che assomiglia ad uno ksar berbero (roccaforte) vicinissimo a splendidi e vasti palmeti. Abbiamo tutto il pomeriggio dinnanzi e decidiamo di fare un’escursione e raggiungere M’Hamid, 96 km più a sud. Il paesaggio è incantevole e già dopo una ventina di km. riusciamo a dare la nostra prima occhiata al Sahara: a breve distanza dalla strada si trovano alcune solitarie dune di sabbia. Procediamo attraversando il Dràa e percorrendo un ampio tratto di hammada (deserto roccioso), attraversiamo due suggestivi passi ed alcuni pittoreschi villaggi prima di raggiungere M’Hamid dove, alle Dune dell’Ebreo sostiamo ad assaporare l’atmosfera del deserto. Incontriamo alcuni cammellieri con i loro animali. Sono incuriositi dalla nostra presenza e ci avvicinano. Attendono una comitiva di turisti che arriverà l’indomani per un trekking nel deserto. Ci invitano a salire sui dromedari e a loro volta ci chiedono di provare le moto, ci scambiamo “i mezzi” e ci tratteniamo a scherzare con loro. Intanto il sole inizia a calare e la luce cambia dando al paesaggio di dune un colore di magica morbidezza. Prendiamo la strada del ritorno piuttosto a malincuore.

15 marzo - Zagora – Ouarzazate km. 227

Siamo pronti per partire e…circondati da cammelli!!! Sembrerebbe che a Zagora tutti possiedano un cammello da noleggiare ai turisti, ovunque transitano piccole carovane.

Ultimi controlli alle moto e si và!!!! Peccato che Valentino abbia dimenticato di rimettere il tappo dell’olio e riduca i suoi abiti e quelli di Cristiano, che lo seguiva a breve distanza, alla stregua della tuta di un meccanico alla fine di una settimana di duro lavoro!!!! Che fare? Non possiamo che riderne…..noi!!! Raggiungiamo Ouarzazate tranquillamente e ci sistemiamo in hotel. Oggi arrivano i tre nuovi componenti del gruppo che sostituiranno i tre che domani devono rientrare. Li aspettiamo comodamente sdraiati a bordo piscina. Più tardi, tutti assieme torniamo a visitare la kasbah di Ait Benhaddou.

La kasbah è maestosa e, dai suoi punti più alti, si gode un magnifico panorama del palmeto circostante e ancora oltre dell’implacabile hammada (deserto roccioso). Oggi il gruppo è al completo, allineiamo i nostri 11 scrambler sul bordo dell’Oued Ounila che, in questo periodo, non è niente di più di un rigagnolo e posiamo per le foto ricordo. Il luogo è fiabesco e, ci sentiamo anche noi, con le nostre moto, i protagonisti di un film avventuroso. Poi il lungo letto asciutto dell’Oued ci invita ad una bella scorrazzata in moto. Il terreno è piuttosto accidentato ma niente paura per i nostri scrambler.

16 marzo – Ouarzazate – Valle del Dadés – Tinerhir km. 268

Lasciamo Ouarzazate percorrendo la Valle del Dadés che si estende aprendosi un varco tra le montagne dell’Alto Atlante a nord e la frastagliata catena del Jebel Sarhro a sud. Più avanti nella valle si aprono le splendide Gole del Dadés e del Todra, disseminate di palmeti e profondamente scavate nelle pendici dell’Alto Atlante.

Il tragitto in moto per arrivare alla gola del Dadés è piacevole, si snoda attraverso mandorli e fichi, alcune fantastiche formazioni rocciose e diversi e imponenti ksar e kasbah. Con gli scrambler risaliamo dolcemente la strada che si inerpica tra le ampie pareti della gola fino dove l’orrido si restringe improvvisamente ed il fiume scorre proprio accanto alla strada. Poco più avanti, ci addentriamo nel canyon principale, affrontando una serie di stretti tornanti in salita fino a raggiungere una spianata dove, godiamo della parte più bella del panorama.

Peccato non poter apprezzare il paesaggio in tutto il suo splendore a causa del cielo nuvoloso che minaccia la pioggia. Riusciamo a raggiungere Tinerhir prendendo solo poche gocce, ci sistemiamo in un centralissimo familiare albergo da dove “esploriamo” il vivace centro cittadino. Durante la sera inizia a piovere.

17 marzo – sosta a Tinerhir

E’ continuato a piovere per tutta la notte, inoltre la temperatura è scesa tantissimo.

Al mattino piove ancora e……..ci prendiamo un giorno di sosta!!!

C’è chi recupera un po’ di stanchezza e di sonno arretrato, chi chiacchiera, chi gioca a carte, e nel pomeriggio quando smette di piovere gironzoliamo per la cittadina e vediamo che le vicinissime cime delle montagne sono imbiancate dalla neve. Ecco perché è tanto freddo!!!! Appena fuori dal centro ammassata sulla strada c’è una moltitudine di persone che attira la nostra curiosità. Ci avviciniamo anche noi e vediamo l’attrattiva: il torrente in piena ha sommerso con le sue acque limacciose la strada. Acqua e fango scorrono a forte velocità e un camion che ha tentato l’attraversamento ora se ne sta in bilico sul bordo della strada e sembra dover essere travolto dalla piena da un momento all’altro. In cima al cassone, sopra le merci, ci sono, in bilico, diverse persone che, terrorizzate, non si decidono a scendere. Qualche baldo giovanotto entra in acqua e aiuta gli sventurati prendendoli in spalla. Tutti noi pensiamo la stessa cosa! Quella è la strada per la quale dobbiamo proseguire il nostro viaggio!!! Guardiamo pensierosi il cielo e…..non sembra proprio debba aprirsi al sereno. Durante la sera piove di nuovo e …..domani? Partiremo …….inshallàh!!!!

18 marzo – Tinerhir – Gole del Todra - Merzouga - km. 255

Ci alziamo con un velo di sole, tutto sembra volgere al meglio. Partiamo alla volta della magnifica Gola del Todra che si trova a soli 15 km. da Tinerhir in fondo ad una valle disseminata di palmeti e di villaggi berberi. La piena è rientrata, l’acqua ritirandosi dalle strade ha lasciato vaste e profonde pozzanghere ed uno spesso strato di fango rossastro: il colore è bellissimo, la scivolosità molto meno! Le moto ed i piloti sono messi a dura prova ma, come sempre, se la sanno cavare.

La gola, alta 300 mt. nel suo punto più stretto e, affiancata dal suo fiume cristallino, ci si presenta in questo mattino gelido nel suo momento migliore; con il sole che fa capolino dal fondo dell’orrido illuminando le rocce con una tonalità che va dal rosa all’ocra intenso. E’ uno spettacolo unico e, valeva la pena di coprirsi di schizzi di fango rossastro per arrivare fino qui!

Percorsi circa 50 km, riscaldati dal sole, ci eravamo scordati di acqua e fango quando ecco, pararsi dinnanzi a noi, un largo torrente in piena che, anche qui, ha travolto la strada. Per proseguire bisogna guadare! Valutiamo la profondità dell’acqua, la forza della corrente e la voglia di coprirsi di fango dalla testa ai piedi poi…..attraversiamo.

Proseguiamo verso Merzouga lungo la spettacolare Valle dello Ziz che, con il suo paesaggio ci ricorda la Monument Valley americana.

Deviamo su di un percorso secondario per raggiungere Rissani situata nel cuore del Tafilalt dove la valle si apre in un torrido “nulla” di pietre e di sabbia, fino al minuscolo villaggio di Merzouga nei cui pressi si trova il famoso Erg Chebbi, l’unico vero erg (deserto di dune) sahariano del Marocco. Scendiamo in un hotel nei pressi delle dune e, quasi ci precipitiamo nuovamente a percorrere con le nostre moto qualche km di pista per raggiungerle. Ci aspetta un paesaggio magico dove, restiamo affascinati dagli incredibili caldi colori delle dune che passano dal rosa all’oro e, dove, possiamo apprezzare l’immensa limpidezza del cielo del deserto. Si gioca a risalire le dune con le moto, si rimane piantati, si riprova, si cade, ci si rialza, si continua fino al tramonto dove, molto a malincuore, ripercorriamo verso l’albergo il tratto di pista prima che faccia buio e diventi pericoloso. Ceniamo e vediamo levarsi nel cielo la luna più grande, più piena e più argentea che ci si possa immaginare che ci richiama fuori nuovamente a passeggiare nell’oasi fino a tardi. Magia del deserto?? Si, è vero!!!

19 marzo – Merzouga – Midelt – Azrou – km. 408

Lasciamo Merzouga e l’accogliente albergo vicino alle dune con un certo dispiacere e proseguiamo: direzione Midelt. Questo magnifico tragitto attraversa cittadine e ksar bordati da palmeti e supera diverse dighe dalle acque turchesi. Passiamo in poche ore dal deserto ai passi montani alti 2000 mt. e dalle cime innevate. Arrivati a Midelt il freddo inizia ad essere penetrante. Il cielo è coperto e minaccia seriamente di piovere. Fortunatamente pranziamo in un ristorante col camino acceso. Intanto le nuvole diventano meno minacciose e lasciano spuntare qualche sparuto raggio di sole che ci incoraggia a risalire in sella e a proseguire verso Azrou. Percorriamo una magnifica strada montana fiancheggiata da foreste di cedri con, macchie di neve a tratti, lungo la strada. Al tramonto inizia a piovere e la temperatura si fa ancora più bassa, poi, come non bastasse, incontriamo anche la nebbia. Piuttosto intirizziti arriviamo ad Azrou. E pensare che solo ieri sera…..

20 marzo – Azrou – Meknés – km. 67

Ad Azrou ci svegliamo con il sole, il tempo è decisamente migliorato, anche se la temperatura rimane bassa. Partiamo alla volta di Meknés lasciandoci alle spalle i Monti dell’Alto Atlante e qualche banco di fitta nebbia. Attraversiamo ricche pianure coltivate a vite, ulivo, cereali, agrumi; una vasta distesa di verde intenso che precede l’arrivo alla città che fu, per un breve periodo, il cuore del sultanato marocchino. Un illustre passato che vediamo ancor oggi riflesso in alcuni notevoli edifici.

In questo bel pomeriggio di sole, lasciamo le moto a riposo e ci dedichiamo alla visita della città, allo shopping negli angusti e pittoreschi vicoli della medina e al relax in un soleggiato bar della Place el Hedim sorseggiando piacevolmente l’immancabile tè alla menta.

21 marzo – Meknés – Fés – Meknés – km. 132

Oggi visiteremo la bella Fés, la più antica delle capitali imperiali e città simbolo del Marocco. Il tragitto in moto da Meknés è breve, arriviamo presto nelle vicinanze della cinta muraria di Fés el Bali (Fés vecchia) parcheggiamo le moto nei pressi della porta principale Bab Bou Jeloud ed entriamo a visitare l’antica medina con le sue 9.400 vie e vicoli che l’attraversano in lungo e in largo. Guida alla mano cerchiamo di districarci lungo il “percorso consigliato” , ma non è facile! Quasi subito veniamo, a dir poco, assaliti da un consistente numero di giovanotti che si offrono quali guide. Perdersi in questa parte della città può anche essere divertente, ma creerebbe un po’ di confusione al gruppo, decidiamo quindi di ingaggiare una guida che, tra l’altro, parla un buon italiano. Ci facciamo condurre per i vicoli stretti e tortuosi della medina dove le merci vengono ancor oggi trasportate a dorso di mulo e, dobbiamo scansarci velocemente al termine “barek” (attenzione) gridato dai conducenti dei muli, per non essere travolti. I bazar coperti traboccano di ogni sorta di negozi d’artigianato, ristoranti, mercati ortofrutticoli e della carne, moschee e mederse, nonché vasche per la tintura e concerie. I piccoli e scuri forni a legna di ogni quartiere, dove le donne portano a cuocere il pane ed i dolci, profumano l’aria. In questo luogo ci si sottopone ad un vero assalto dei sensi; Fés ci da l’impressione di vivere ancor oggi in base alle secolari tradizioni che l’hanno foggiata. Nel tardo pomeriggio riprendiamo le moto e torniamo a Meknés.

22 marzo – Meknés – Rabat – Casablanca – km. 250

Oggi si parte per raggiungere Casablanca, ormai il nostro viaggio è concluso e questa di oggi è l’ultima tappa in moto. Il tempo è discreto, la strada verso Rabat è buona. Abbiamo scelto di non percorrere l’autostrada, e così il nostro itinerario ci porta nei pressi di un villaggio dove vediamo che, in una piana vicino alla strada, oggi c’è il souk (mercato). Asini e carretti sono parcheggiati sotto le piante e la gente ha steso su banchetti o teli appoggiati al suolo le merci da vendere. Una tenda berbera ospita il venditore di pesce fritto e una donna che, prepara e vende, tè alla menta e ciambelle al miele. La gente popola il mercato contrattando animali, spezie, granaglie, datteri, incontrandosi e chiacchierando. Giriamo per il souk affascinati da questo luogo e da queste genti non avvezze agli stranieri, con una sorta di timido rispetto, cercando di non disturbare la tranquilla armonia di questo luogo dove pare il tempo si sia fermato. Riprendiamo la nostra strada e raggiungiamo Casablanca dove, ritiriamo dal garage, dove l’avevamo lasciato parcheggiato, il secondo furgone e carichiamo le moto su entrambi. Andiamo alla Corniche, un moderno quartiere di Casablanca e prendiamo un albergo di fronte all’oceano godendoci l’ultimo tramonto del nostro viaggio che, sembra voglia superare, in magnificenza e ricchezza di sfumature, tutti i precedenti.

23 marzo – rientro

Abbiamo ancora tutta la mattinata prima di recarci all’aeroporto e, decidiamo di andare a visitare l’imponente moschea di Hassan II situata di fronte all’Oceano Atlantico.

La moschea ci colpisce con la sua maestosità all’esterno e con la raffinatezza dei suoi decori all’interno eseguiti dai migliori artigiani marocchini che hanno dato vita a stupefacenti intagli su legno, mosaici e stucchi. Seguiamo il serpentone di turisti e accompagnati da una guida facciamo il giro della moschea e le ultime foto di gruppo, quindi torniamo in albergo. Salutiamo Maurizio e Lauro, che riporteranno via terra e via mare le nostre “gloriose” moto a casa e via, all’aeroporto. Si rientra!!!

Questa meravigliosa avventura è finita, ma ne rimarrà per sempre in noi il ricordo e la nostalgia per questo paese stupendo: il Marocco.

Ringraziamenti:

 

A Maurizio che……… con la sua tenacia, ha portato tutti noi in Marocco e, soprattutto, ci ha riportati a casa: FELICI!!!!!!

Ai “meccanici” che ………. ci hanno fatto sempre risalire in sella !

Alla “soubrette” che……… allo sfavillante aspetto ha unito una grande simpatia!

Alle “animatrici ” che ……. provette motocicliste in incognito, hanno conquistato il cuore di tutti noi!
A Lauro e Cristiano (detti: senza spezie) che……. hanno messo a disposizione i mezzi di trasporto.
A tutti i partecipanti che……più o meno disciplinatamente, se la sono cavata alla grande!
Con voi abbiamo trascorso giornate meravigliose!
Il Marocco tour è stato: un’ avventura indimenticabile!

Protagonisti

Bettini Valentino - Castel Bolognese
Bortolotti Atos - Maranello
Casadei Maurizio - Rimini
Casarotto Claudio – Vicenza
Castagnoli Francesco – Bastia Umbra
D’Angelo Giulio - Napoli
Grimandi Flavio – Lugo di Ravenna
Micozzi Lauro - Macerata
Roversi Alberto – Castel Bolognese
Stocco Cristiano - Padova
Veneruso Daniele – Torre del Greco
Partecipanti:
 
Biondi Milena - Cesenatico
Bon Cora - Rimini
Casadei Tagliaferri Ombretta - Rimini
Conte Tiziana - Napoli
De Luigi Maurizio - Rimini

 

 

"LA BALLATA DEL MAROCCO IN DISCESA"
  di Valentino Bettini
Interalmente girato durante lo Scrambler Tour 2003:
Marocco, vede protagonisti undici scrambler che percorrono 3600 chilometri in terra africana; dalle coste dell'Atlantico alla catena montuosa dell'Alto Atlante, fino ai margini del deserto vivendo un'indimenticabile avventura.
Il film, dopo essere stato proiettato con successo di critica e di pubblico nelle sale cinematografiche della romagna è approdato sul maxi schermo del WORD DUCATI WEEK 2004 ottenendo ancora tanto consenso fra i ducatisti.

 

^ inizio pagina        
Amici dello Scrambler | Club Ufficiale Ducati di Moto Storiche

AMICI DELLO SCRAMBLER
Club ufficiale Ducati di moto storiche
privacy policy
viale Giovanni Pascoli, 109
47923 Rimini